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Piccole Serve del Sacro Cuore per gli Ammalati Poveri

150° anno di fondazione della congregazione delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù

50° anniversario di beatificazione di Madre Anna Michelotti

La vocazione di Anna Michelotti a fondatrice trovò forma il 2 ottobre del 1875, nella chiesa torinese di S. Maria di Piazza, quando davanti al parroco, il canonico Michele Lotteri, rappresentante dell’arcivescovo Lorenzo Gastaldi (al quale Anna il 25 luglio aveva chiesto il riconoscimento della nuova famiglia religiosa delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù), Anna, con altre due signorine, fece la sua professione religiosa, assumendo il nome di Giovanna Francesca di Santa Maria della Visitazione.

Nel dicembre successivo la piccola comunità alloggiava nella piazzetta del Corpus Domini, di fianco alla chiesa omonima, così piena di suggestioni dell’apostolo della carità torinese per antonomasia, S. Giuseppe Benedetto Cottolengo. Questo piccolo alloggio nel cuore di Torino fu la culla e la prima palestra di fatica e di dedizione della congregazione, voluta dalla giovane fondatrice per il servizio dei malati poveri. La vita delle giovani suore era davvero dura, non soltanto per il lavoro faticoso richiesto dal servizio dei malati più abbandonati, ma anche perché si viveva di niente: il loro servizio era gratuito, per cui le fonti del loro sostentamento e dell’aiuto ai poveri erano soltanto l’elemosina, che esse chiedevano o che spontaneamente ricevevano.
La comunità insomma viveva in un’estrema povertà, tanto che molte novizie e giovani suore morivano. La Fondatrice si vide costretta a cercare una soluzione radicale con una sede in una casa più salubre: la trovo nel 1882, con l’acquisto di Villa Pruss, in Valsalice, ora viale Catone 29.

Ma la congregazione, nonostante tutte le apparentemente insormontabili difficoltà, cresceva in numero di suore e di case: nel l882 le suore professe erano cinque, le novizie e le postulanti erano una ventina; nel settembre del l880 era sorta a Milano la seconda casa: scelta provvidenziale, in quanto la Lombardia sarebbe diventata il serbatoio più ricco di vocazioni.

Nella Torino di fine Ottocento, città in lenta ma profonda trasformazione economico-sociale grazie allo sviluppo industriale e all’immigrazione dalle campagne, con antiche e nuove povertà, la nuova congregazione trovò il suo posto accanto alle opere della marchesa Giulia di Barolo, del Cottolengo, di don Bosco, di Francesco Faà di Bruno, di Leonardo Murialdo e di tanti altri, in un servizio ben specifico, cui restò sempre fedele: il servizio domiciliare gratuito ai malati poveri.

La congregazione aveva appena tredici anni ed era ancora in fase di assestamento, quando il 1° febbraio del 1888 la fondatrice mori all’età di soli 44 anni. Poteva essere l’inizio della fine. Non fu cosi. La Madre Fondatrice lasciava alle sue figlie come patrimonio spirituale soprattutto l’esempio di una vita di fede incrollabile, che spera contro ogni speranza: in quel momento di sofferenza e di prova esse furono chiamate a imitarla e ad esser degne figlie di Suor Giovanna Francesca di Santa Maria della Visitazione, ora, dal 1975, beata Anna Michelotti.

«Io sto per morire, ma voi non temete; continuerò sempre ad aiutare e a dirigere le Piccole Serve dei poveri infermi…. Dal Cielo, farò molto di più di quanto ho potuto fare su questa terra. Vicina a Dio, il Cuore di Gesù esaudirà più largamente i miei desideri». (Beata Anna Michelotti – Parole vissute p.13)